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ASTRONAUTICA - Lo sbarco sulla luna

E’ il 20 luglio 1969 e queste parole partite un paio di secondi prima dal modulo lunare di Apollo 11 raggiungono la Stazione di Controllo di Houston in Texas. Il pilota Edwin Aldrin ha appena posato il LEM 5 soprannominato “Eagle” (ovvero Aquila, anche se assomiglia più a un ragno) sul suolo lunare dopo essersi staccato dal modulo orbitante “Columbia” all’interno del quale era rimasto, sicuramente con un pizzico di invidia, il terzo astronauta della missione, quel Michael Collins italiano di nascita essendo nato a Roma il 31 ottobre 1930. La discesa verso la superficie lunare durata 12 minuti e mezzo, si era rivelata carica di tensione per le numerose spie di allarme che si erano accese sul pannello di comando. L’ultima avvertiva che agli astronauti erano rimasti solo 94 secondi utili per toccare il suolo. Il combustibile stava per finire e quello che rimaneva doveva servire per la risalita e l’aggancio al modulo orbitante, visto che questa rappresentava l’unica possibilità per tornare a casa. Ma tutto era andato bene. Il LEM si era posato in una zona di terreno pianeggiante nelle vicinanze di un piccolo cratere e Armstrong aveva potuto comunicare a casa la bella notizia. “Controllo di Houston, qui Base della Tranquillità, l’Aquila è atterrata”. Coloro che quella sera si trovavano incollati davanti al televisore ricorderanno la piccola polemica sbocciata tra i nostri cronisti. Tito Stagno dallo Studio 3 di Via Teulada di Roma esclamava “ha toccato, ha toccato il suolo” mentre il mitico Ruggero Orlando dalla base di Houston replicava “no, non ha toccato. Qui ci sembra che manchino ancora 10 metri!”. Erano le 22.17 in Italia e le 15.17 a Houston. Il LEM 5 “Eagle” si era dunque posato senza problemi sul Mare della Tranquillità e precisamente a 0° 40’ 26,69 Latitudine Nord e 23° 28’ 22,69 Longitudine Est. Circa 6 ore dopo avremmo vissuto l’emozione dell’uscita dal modulo di Neil Armstrong, la sua discesa dalla scaletta e finalmente il suo piede sinistro che toccare il suolo. Era il primo essere umano a scendere sulla Luna. Raccontata così, sembra che per gli americani sia stata una semplice passeggiata, in realtà ci sono voluti ben otto anni di lavoro e molte missioni preparatorie. Tutto ha inizio il 25 maggio 1961, con il presidente John F. Kennedy seriamente preoccupato per la manifesta superiorità dei sovietici nell’attività spaziale. Il 4/10/1957 avevano lanciato il primo satellite della storia, lo Sputnik 1 e proprio il mese prima, il 12/4/1961 erano riusciti a mandare il primo uomo nello spazio, il cosmonauta Yuri Gagarin e la sua Vostok 1. Davanti alle sessioni riunite del Congresso, in un discorso memorabile Kennedy esorta allora gli Stati Uniti a darsi l’obiettivo di far atterrare, entro il 1970, un uomo sulla Luna e farlo tornare sulla Terra sano e salvo. Tre anni prima, il 29 luglio 1958 e sotto la presidenza di Eisenhower era stata fondata la Nasa, l’ente spaziale americano alla cui direzione era stato posto Wernher Von Braun. Raccolta dunque l’esortazione del Presidente, la Nasa inizierà a lavorare a un progetto di lunga durata che porterà dapprima al programma Gemini e successivamente al programma Apollo. Il programma Gemini (Geminus come la Costellazione), così chiamato perché le capsule portavano due astronauti, servì per collaudare una serie di manovre e di agganci in orbita terrestre. A questa fase seguì l’analisi e la ripresa fotografica della superficie lunare con le missioni Pioneer, Ranger, Surveyor e Lunar Orbiter. Una volta completata la mappatura del suolo con immagini che arrivavano alla risoluzione di 1 metro, venne scelto il luogo di “allunaggio” della prima missione, quel “Mare Tranquillitatis” caratterizzato da una zona a morfologia piatta e un ridotto numero di crateri. Un paesaggio che Aldrin descriverà come “una magnifica desolazione”. Nel frattempo però anche i sovietici si interessavano alla Luna, ma la morte di Serghei Pavlovic Korolev, ingegnere e padre dell’astronautica russa, sopravvenuta nel 1966 a seguito di una operazione chirurgica, mise la parola fine ai loro programmi lunari. Il programma Apollo ingrandì la capsula della Gemini per poter arrivare a ospitare tre persone, studiò il Modulo per portare due uomini sulla Luna e progettò anche un razzo più potente, quel Saturn V partorito dal genio di Von Braun che utilizzato per l’ultima volta il 14/5/1973 per portare in orbita lo SkyLab, rimane a tutt’oggi il razzo più potente mai costruito dall’uomo. Il 21 dicembre 1968 partiva la missione Apollo 8, la prima della serie a provare l’orbita lunare. Questo consentì agli astronauti di quella missione di essere i primi a vedere direttamente la faccia nascosta del nostro satellite naturale. Il 16 luglio 1969, ore 08.32 della Florida, il gigantesco Saturn V con i suoi 110 metri di altezza, si sollevava dalla rampa 39A del Kennedy Space Center, portando con sé la capsula Apollo 11 nella missione decisiva per lo sbarco lunare. Missione che avrebbe consentito agli americani di vincere quella “guerra” intrapresa con i sovietici per la supremazia strategica del cielo e dello spazio. Quest’anno ricorre il 40° dello sbarco sulla Luna. E’ interessante però ricordare che sono anche passati 140 anni da quando un certo Jules Verne pubblicava “dalla Terra alla Luna” (1865) e “Intorno alla Luna” (1869). Scrittore di romanzi d’avventura, Verne non era però soltanto dotato di fantasia. Era anche buon conoscitore e attento divulgatore scientifico. Non a caso l’avventura da lui raccontata in questi due romanzi riguarda 3 persone che intraprendono un viaggio dalla Terra alla Luna. Il viaggio avviene all’interno di un veicolo- proiettile sparato da un enorme cannone da una località della Florida e che porta i tre uomini a orbitare attorno alla Luna mostrando loro, anche se nell’oscurità, la parte nascosta. Si conclude infine con il ritorno sulla Terra dopo un ammaraggio nel Pacifico. Quale interessante coincidenza con i 3 astronauti partiti proprio dalla Florida il 21 dicembre 1968 con un enorme razzo e che dopo aver girato attorno alla Luna ed essere stati i primi ad osservarne la faccia nascosta sono rientrati a Terra ammarando proprio nel Pacifico. I tre avventurieri del romanzo, Barbicane, Nicholl e Ardan sono stati sostituiti nella realtà dagli astronauti Borman, Lowell e Anders della missione Apollo 8. Ma questa è un’altra storia e un’altra avventura. Al tempo di Jules Verne i suoi romanzi erano semplicemente un bel lavoro di fantasia anche se, con il passare del tempo, si sono rivelati un qualcosa di più e oggi lo sbarco sulla Luna degli astronauti dell’Apollo11 rappresenta una entusiasmante realtà. Neil Armstrong, nel momento di toccare il suolo lunare per la prima volta dirà:
“that’s one small step for a man, but one giant leap for mankind”
“questo è un piccolo passo per l’uomo, ma un balzo da gigante per l’umanità”

Quel passo, o meglio quelle impronte, marcano ancora nitidamente il suolo lunare ricoperto da uno strato di polvere chiamata “regolite”. Sono ancora là dove Armstrong e Aldrin le hanno lasciate. Non verificandosi mutamenti geologici e in mancanza di atmosfera (quindi senza vento o pioggia) si prevede che non possano essere cancellate prima di milioni di anni. Nel Mare della Tranquillità possiamo anche ritrovare la parte inferiore del LEM. Su una delle sue tre zampe è stata applicata una placca commemorativa firmata sia dagli astronauti che dall’allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon e sulla quale possiamo leggere:
Here men from the planet Earth first set foot upon the moon July 1969 A.D. We came in peace for all mankind
Nixon avrebbe potuto però avere anche un compito molto sgradito. Esiste un comunicato redatto il 18/7/1969, quindi a missione in corso, che il Presidente avrebbe dovuto leggere nel caso in cui gli astronauti fossero rimasti bloccati sulla Luna. Inizia così: “Il destino ha voluto che gli uomini che sono andati sulla Luna per esplorarla in pace, rimarranno sulla Luna a riposare in pace. Questi uomini impavidi, Neil Armstrong e Edwin Aldrin sanno che non c’è speranza per il loro recupero. Ma sanno che c’è speranza per l’umanità nel loro sacrificio”. Per fortuna tutto è andato bene e a Nixon è stato risparmiato questo gravoso compito. Gli astronauti sono tornati a casa e sono ancora tra noi pronti a festeggiare il 40° del loro sbarco sulla Luna alla presenza del Presidente Obama. Cambiano i presidenti (da Eisenhower ad oggi se ne sono succeduti ben 11), ma il valore storico e scientifico dell’impresa compiuta non cambia. Rimane sempre quello di 40 anni fa, anche se qualcuno ne mette in dubbio la veridicità.

Walter Pilotti




ALCUNI DATI SULLA MISSIONE APOLLO 11

La tabella riporta la tempistica delle principali fasi della missione, ma prima di leggerla occorre tenere presente che gli orari indicati sono in tempo UTC (Universal Time Coordinated). Questo serve per avere un unico tempo al quale tutti i Paesi possono fare riferimento per trovare quello corrispondente al loro fuso orario. Il Tempo Universale corrisponde praticamente al tempo GMT (Greenwich Mean Time) per cui se vogliamo sapere qual’è l’ora italiana corrispondente, quella chiamata CET (Central Europe Time) bisogna aggiungere a tale tempo due ore, trovandoci nel periodo estivo, mentre se volessimo conoscere un’ora corrispondente americana, per esempio la CDT (Central Daylight Time) dovremmo togliere cinque ore. La conseguenza di queste variazioni negli orari è di poter produrre date diverse nella collocazione degli avvenimenti. Ad esempio, mentre per gli americani il comandante Neil Armstrong è sceso sulla Luna il giorno 20 luglio, per noi italiani l’avvenimento si è verificato il giorno 21 luglio. Consultando la tabella possiamo trovare alcune considerazioni interessanti quali:
il tempo per arrivare in orbita lunare è stato di 3 giorni, 3 ore, 49 minuti, 50 secondi
il tempo di permanenza sulla Luna è stato di 21 ore, 36 minuti, 21 secondi
il tempo di attività esterna al Modulo Lunare è stato di 2 ore, 31 minuti, 40 secondi
il tempo passato per compiere 30 orbite lunari è stato di 59 ore, 33 minuti, 52 secondi
il tempo totale della missione è stato di 8 giorni, 3 ore, 18 minuti, 35 secondi

Ulteriori notizie che completano la conoscenza sul modo in cui si svolta la missione sono che:
- a 60 km di altezza avvenne il distacco del primo stadio
- a 180 km di altezza avvenne quello del secondo stadio
- a 200 km di altezza il terzo stadio e la navicella entrarono in orbita di parcheggio attorno alla Terra e nel punto prestabilito venne acceso il propulsore per eseguire una manovra chiamata “TransLunar ejection” che serve a portare la navicella sulla traiettoria di intercettamento della Luna.
- prima del distacco del terzo stadio ci fu la manovra che portò a congiungere il Modulo Lunare (LM) con il Modulo di Comando e Servizio (CSM) dato che alla partenza si trovavano uno in coda e l’altro in testa sul terzo stadio del Saturno ma in una maniera che non consentiva il passaggio degli astronauti da un modulo all’altro.
- raggiunta e resa circolare l’orbita lunare, Armstrong e Aldrin passarono nel Modulo Lunare che, dopo essersi staccato dal Modulo di Comando e Servizio gestito da Collins, allunarono.
- terminate le attività programmate, Armstrong e Aldrin ripartirono con il Modulo di ascesa per inserirsi nuovamente in orbita lunare dove agganciarono il CSM con Collins. Dopo essere passati in questo modulo, l’elemento servito per l’ascesa dalla luna venne staccato e abbandonato.
- nel punto prestabilito dell’orbita lunare venne acceso il propulsore per eseguire la manovra chiamata “TransEarth injection” che serve a portare la navicella sulla traiettoria di intercettamento della Terra.
- poco prima di entrare nell’atmosfera, il Modulo di Servizio (SM) venne staccato e abbandonato mentre il Modulo di Comando (CM) con i tre astronauti e una cassetta con 21,55 kg di rocce lunari, ammarò sorretta da paracadute nel Pacifico, esattamente a latitudine 13° 19’ N e longitudine 169° 9’ W, dove furono subito recuperati dall’equipaggio della vicina nave Hornet della Marina Militare.
- sulla nave furono immediatamente vestiti con particolari tute di isolamento biologico e messi in una specie di container per la quarantena precauzionale


Data creazione : 30/07/2009 - 14:58
Ultima modifica : 30/07/2009 - 14:58
Categoria : ASTRONAUTICA
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