|
Il cielo notturno affascina l’uomo da migliaia di anni e in questo lungo periodo si è passati dalla visione ad occhio nudo all’uso di strumenti sempre più potenti e perfezionati.
Grazie a questi si è potuto “vedere” un numero più ampio di oggetti andando così a osservare l’Universo sempre più in profondità.
Ci sono però alcuni oggetti che sono comparsi sulla volta celeste solo in tempi recenti.
Nel suo massimo splendore il satellite Iridium risulta così essere il terzo oggetto più luminoso del cielo dopo il Sole e la Luna. Sono i satelliti e in genere tutti gli oggetti artificiali che incessantemente, giorno dopo giorno, percorrono archi di cielo con velocità e luminosità diverse.
Il primo satellite artificiale (il sovietico Sputnik) fu lanciato il 4 ottobre 1957 e da allora sono stati portati in orbita attorno alla Terra più di 6.000 oggetti, ma sono pochi (in verità qualche decina) quelli che possono essere osservati ad occhio nudo. Parliamo di oggetti in orbita bassa con un elevato potere riflettente e tra quelli più luminosi troviamo la Stazione Internazionale, l’Envisat, i Cosmos e l’ATV recentemente lanciato dall’ESA (ma ora non più in orbita perché disintegratosi nel rientro atmosferico).
L’oggetto più luminoso e affascinante di questa ampia categoria di oggetti orbitanti risulta però l’Iridium, un satellite per telecomunicazioni che solca il cielo a 780 km di altezza e alla velocità di 26.800 km/ora.
Per dare un’idea della sua velocità, viene percorsa la distanza tra Colico e Usmate in quasi 10 secondi.
Le dimensioni del satellite sono circa metri 1x2 con un peso complessivo di circa 700 kg. Un "moscerino” insignificante se paragonato al satellite ambientale Envisat utilizzato per l’osservazione della Terra (metri 26x10 e peso di 9.000 kg) oppure alla Stazione Internazionale che oltre ad avere dimensioni di metri 73x58x27 e peso di 278.000 kg, viaggia ad una quota orbitale che è circa la metà di quella degli altri due oggetti presi in considerazione.
Ebbene mentre l’Envisat può arrivare a una magnitudine massima attorno a 2,8 la Stazione Internazionale può spingersi fino alla magnitudine –2,4.
Il piccolo Iridium però li batte entrambi riuscendo a raggiungere in particolari condizioni la magnitudine –8. Questo vuol dire che arriva ad essere anche 40 volte più luminoso di Venere dato che la magnitudine massima che il pianeta può raggiungere è –4,4.
In orbita ci sono oltre settanta Iridium lanciati per la maggior parte tra il 1997 e il 1998 con lo scopo di creare un sistema di telecomunicazione satellitare capace di garantire una copertura in ogni luogo della Terra.
Il progetto originale prevedeva l’utilizzo di 77 satelliti (da qui il nome, legato all’elemento chimico dell’iridio che è costituito da un nucleo e 77 elettroni) mentre oggi la versione operativa funziona con 66 satelliti distribuiti su sei piani orbitali.
Ognuno di questi satelliti può potenzialmente produrre un “flare” ovvero un vistoso brillamento dovuto ad una favorevole angolazione che si crea tra il Sole, il satellite in orbita e l’osservatore posto sulla Terra.
Questo brillamento è così particolare che non esiste un fenomeno simile in cielo al punto che potrebbe anche essere interpretato come un fenomeno di natura extraterrestre.
Ma come avviene visivamente questo fenomeno?
Tutto inizia con un debole puntino luminoso che solca il cielo e che progressivamente aumenta la sua luminosità fino a produrre un vistoso lampo di qualche secondo prima di tornare ad essere un debole puntino a mano a mano che si allontana.
Ma cosa produce un bagliore così intenso?
Sono le sue antenne trasmittenti adibite alla telecomunicazione, tre pannelli rivestiti con alluminio e trattati con un materiale speciale che riflette la luce solare al 100% esattamente come uno specchio.
Per questo l’Iridium si differenzia dagli altri oggetti in orbita, dove responsabili della luminosità sono invece i pannelli solari.
Grazie ad alcuni software è possibile sapere in anticipo quando nella propria zona sarà possibile osservare uno di questi “flare” e l’invito è proprio quello di informarsi e dedicare almeno una serata all’osservazione di questi oggetti che in coloro che si dedicano per la prima volta, produrrà sicuramente una bella sorpresa.
- Walter Pilotti
Data creazione : 05/02/2009 - 18:08
Ultima modifica : 05/02/2009 - 18:08
Categoria : ASTRONAUTICA
Pagina letta 3696 volte
|
|